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1) Dizion. 5° Ed. .
FAME.
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FAME.
Definiz: Sost. femm. Bisogno grande e voglia di cibo; detto così dell'uomo come degli animali.
Dal lat. fames.
Esempio: Albertan. Tratt. volg. 112: La fame fa parer buono e tenero lo pan duro e nero, e non ne mangia altri, anzi ch'ella lo comandi:... la fame commuova 'l palato tuo, e non lo sapore.
Esempio: Dant. Inf. 1: Questi (il leone) parea che contra me venesse Con la test'alta e con rabbiosa fame.
Esempio: E Dant. Inf. appr.: E dopo il pasto ha più fame che pria.
Esempio: E Dant. Purg. 22: Lo secol primo.... Fe' savorose con fame le ghiande.
Esempio: Quintil. Declam. C.: Perdonate, Iddii e uomini; la vergogna e la fame non istanno insieme: la fame, quando ell'è crudele, signoreggia le fiere e le crudeli bestie.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 169: E così essendo.... dalla fame, ma molto più dalla sete.... stimolata e trafitta, in piè dirizzata, cominciò a guardare.
Esempio: E Bocc. Lett. 278: Ne' primi secoli.... le ghiande cacciavano la fame, e i fiumi la sete degli uomini.
Esempio: Bern. Orl. 47, 50: Ben vi so dir che gli fuggì la fame A quel convito dispietato e fiero.
Esempio: Tass. Gerus. 8, 47: Conducean questi.... E biade ancor, benchè non molte, e strame Che pascea de' corsier l'avida fame.
Esempio: Buomm. Cical. 27: La fame non è altro che un'appetenza di cibo atto a supplire alla mancanza dell'alimento.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 28, 3, 172: La fame e la sete.... fa saporito ogni cibo.
Esempio: Red. Lett. 1, 294: In oggi ha un appetito così grande, che pizzica di fame.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 37: Un giorno alfin che della cruda fame Batter sentia [il pesce] lo stimolo pungente, ec.
Esempio: Pindem. Poes. 28: E già la mensa lor fuma, non senza I due sali miglior, fame e innocenza.
Definiz: § I. Poeticam. per Bestia famelica. –
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 1, 118: E così Febo quella ingorda fame (il Pitone) Spense, che 'l mondo avria tutto ingoiato.
Definiz: § II. Figuratam. e in locuz. figur. vale Ardente desiderio, Brama intensa, per lo più con qualche compimento; e in tal senso usasi talora poeticam. anche nel plurale. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 264: Acciocchè noi ci accendiamo in fame e sete delle cose spirituali, e de' beni divini, stamane cade a disporre queste parole.
Esempio: Dant. Inf. 15: Che l'una parte e l'altra avranno fame Di te, ec.
Esempio: E Dant. Purg. 22: Per che non reggi tu, o sacra fame Dell'oro, l'appetito de' mortali?
Esempio: E Dant. Purg. 27: Quel dolce pome Oggi porrà in pace le tue fami.
Esempio: E Dant. Parad. 19: Solvetemi, spirando, il gran digiuno Che lungamente m'ha tenuto in fame.
Esempio: Vill. G. 5, 85: Il Bavaro fece in Roma una imposta di trentamila fiorini d'oro per gran fame ch'avea di moneta.
Esempio: Petr. Rim. 1, 250: Fame amorosa, e 'l non poter mi scuse.
Esempio: E Petr. Rim. 2, 74: Quella, perch'io ho di morir tal fame, Canzon mia, spense morte.
Esempio: S. Cater. Lett. 1, 30: Se avete fame di vedere levato il gonfalone della santissima Croce.
Esempio: Ar. Orl. fur. 43, 1: O esecrabile avarizia, o ingorda Fame d'avere.
Esempio: Bemb. Rim. 60: Ma ch'io non cerchi e brami Di pascer le gran fami, Che 'n sì lungo digiuno, Amor, mi dai, Certo non sarà mai.
Esempio: Tass. Gerus. 4, 58: Ch'avara fame d'oro, e sete insieme Del mio sangue innocente il crudo avesse, Grave m'è sì, ma ec.
Esempio: Pallav. Vit. Aless. 1, 236: Aveva molti fratelli poveri ed insieme fumosi di attinenze regie; il quale accoppiamento accende non per avarizia, ma per ambizione, una fame insaziabile di ricchezze.
Esempio: Segner. Pred. 64: So che a' dì nostri, in cui tal fame (della divina parola) ne' popoli è assai rimossa, non usano i maligni invenzioni, nè sì sfacciate, nè sì solenni, con cui deluderla.
Esempio: Menz. Sat. 117: Deh guarda il manigoldo, Che lodar può la povertà contenta, Ed egli intanto l'esecranda fame Di posseder giammai non vide spenta.
Esempio: Pindem. Poes. 350: Fame di plausi popolari e d'oro.
Esempio: Giust. Vers. 132: Quel desio soave, Che lungamente n'ha tenuti in fame, Di mirar ec.
Definiz: § III. Fame prendesi spesso per Il patimento prodotto dal bisogno non sodisfatto del nutrimento, il qual patimento, se prolungato, cagiona la morte; e dicesi così d'uomo, come di città, popolo o nazione, esercito, e simili; e pure in tal senso usasi poeticam. anche nel plurale. –
Esempio: Dant. Inf. 33: Breve pertugio dentro dalla muda, La qual per me ha il titol della fame, E in che ec.
Esempio: E Dant. Purg. 29: O sacrosante Vergini, se fami, Freddi, o vigilie mai per voi soffersi, Cagion mi sprona ec.
Esempio: Vill. G. 141: Per fame la madre mangiava il figliuolo.
Esempio: Buson. Gubb. Avvent. Cicil. 226: Vogliendo i principi e sacerdoti per lo assedio e per la fame arrendersi di Nabuccodonosor, e negare l'onnipotente Iddio, venne questa donna.
Esempio: Tav. Rit. 1, 518: Signori, assai saria meglio di combattere al campo, che di morire di fame dentro a queste mura.
Esempio: Machiav. Pros. var. 8, 135: Ei conviene vadia o in Svizzera a morirsi di fame, o in Alemagna a esser deriso.
Esempio: Tass. Gerus. 2, 74: Vinceratti la fame: a questo male Che rifugio, per Dio, che schermo avrai?
Esempio: E Tass. Gerus. 6, 4: Dai disagj e dalla fame indotti A darvi vinti a lungo andar sarete.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 71: Come se non bastasse a' nobili fare questi popolani morire di fame, e quelli lasciare in preda alla pestilenza, ec.
Esempio: Fag. Comm. 6, 330: La maggior parte de' galantomini muoion di fame.
Esempio: Targ. Relaz. Febbr. 38: Nelle gravi carestie la povera gente, stimolata dall'arrabbiata fame, che da Livio fu chiamata ultimum supplicium humanorum, si trova costretta a cibarsi scarsamente, e di alimenti per loro natura insalubri.
Esempio: Giust. Vers. 93: Che muor di fame, e in vista ilare e franco Trattien la folla.
Esempio: Manz. Poes. 91: Il rigido impero, le fami durar.
Esempio: E Manz. Prom. Spos. 536: Mentre ad alcuni montanari vicini a morir di fame, veniva, per la carità del cardinale, prolungata la vita, altri ec.
Esempio: Capp. Econ. 371: La fame non lo martella, ma una strettezza incomoda lo inquieta, lo umilia.
Definiz: § IV. E per Carestia. –
Esempio: Giamb. Oros. 3: Io ritrovasse tutte le storie de' tempi passati, unde infino ad ora èe fatta memoria, che o per battaglie sono stati gravi, o corrotti per infertadi, o sono stati tristi per fami, o per terremuoti spaventevoli.
Esempio: Vill. G. 81: Al suo tempo fu fame e mortalità per tutto il mondo.
Esempio: E Vill. G. 141: Fu sì grande e crudel fame nel paese, che ec.
Esempio: Stor. Apol. volg. 10: Tu non ci poteresti durare, acciò ch'ene grande fame.
Esempio: E Stor. Apol. volg. 11: Io odo che voi avete in questa vostra cittade grande fame.
Esempio: Acc. D. Stor. Ar. 2, 331: Sopravenendo adunque la fame indubitatamente, la città si volse con prestezza a provvedere che, ec.
Esempio: Borgh. V. Disc. 2, 469: Terremoti grandissimi e pestilenze e fami e spaventi dal Cielo, e segni grandi.
Esempio: Dav. Tac. 1, 288: Tremuoti rovinarono molte case, e nella calca de' fuggenti spaventati affogarono i più deboli: ricolte triste, e quindi la fame.
Definiz: § V. Fame canina. –
V. Canino, § III.
Definiz: § VI. Morto di fame o dalla fame, dicesi iperbolicamente, e per lo più con un certo dispregio, di Persona poverissima, quasi che soffra continuamente la fame; Povero in canna. –
Esempio: Dav. Tac. 1, 195: Che costui, morto gran tempo di fame, e testè di quest'arte arricchito, e scialacquante, la seguitasse, non fu miracolo.
Esempio: Tasson. Secch. rap. 3, 25: E l'uno e l'altro le speranze grame Avean lasciate a i morti de la fame.
Definiz: § VII. Avere una fame che si vede, o Vedere la fame in aria o nell'aria, o per aria, Avere una fame da lupi, od anche Avere una vecchia fame. Maniere iperboliche, che valgono Avere una fame grandissima. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 18, 196: Disse Morgante: io vedevo la fame In aria, come un nugol d'acqua pregno.
Esempio: E Pulc. L. Morg. 19, 77: E la fanciulla l'aiuta acconciare, Però che in aria la fame vedea.
Esempio: E Pulc. L. Morg. 23, 41: Saltato in aria arebbono ad un pane, Chè vi vedean come l'arco baleno La fame.
Esempio: Firenz. Comm. 1, 434: Per ristoro ho una fame, ch'i' la veggio.
Esempio: Grazz. Pros. 201: Il medico, che vedeva la fame nell'aria, si rizzò ritto, e così com'era in camicia e scalzo, s'avviò in verso le vivande.
Esempio: Bard. P. Avinav. 6, 67: A te venghiamo fracassati e stanchi, Tal fame abbiam, che la veggiam per aria.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 24: Vuol ch'io vada Stracco, e con una fame, che la vedo, A procession per tutta la contrada.
Esempio: E Panant. Poet. Teatr. 64: Una gran fame Dovresti aver; nel viso te la leggo. Sì, risposi, ho una fame, che la veggo.
Definiz: § VIII. Per estensione detto anche di animale. –
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 34: Un augellin che avea Sì vecchia fame, Che quasi ei la vedea, ec.
Definiz: § IX. Cascare di fame o dalla fame. –
V. Cascare, §§ XXXIII e XXXIV.
Definiz: § X. Cavarsi la fame. –
V. Cavare, § LV.
Definiz: § XI. Combattere con la fame. –
V. Combattere, § XIX.
Definiz: § XII. Consolare la fame. –
V. Consolare, § VIII.
Definiz: § XIII. Morir di fame. –
V. Morire.
Definiz: § XIV. Morir di fame in Altopascio, o in un forno di pane o di schiacciatine, o in una madia di pane. –
Esempio: Varch. Ercol. 73: Quando alcuno fa o dice alcuna cosa sciocca o biasimevole, e da non dovergli per dappocaggine e tardità, o piuttosto tardezza sua riuscire, per mostrargli la sciocchezza e mentecattaggine sua, se gli dice in Firenze:... tu ti morresti di fame in un forno di schiacciatine.
Esempio: Machiav. Comm. 150: Un cacapensieri, che morrebbe di fame nell'Altopascio.
Definiz: § XV. La fame caccia o cava il lupo dal bosco. Proverbio il quale significa, che la fame sforza l'uomo a far cose, che di suo non farebbe. –
Esempio: Bandell. Novell. 2, 90: La fame caccia il lupo fuor del bosco.
Esempio: Marcellin. Metam. 112: Perciocchè, come si dice in proverbio: La fame cava il lupo fuor del bosco, e la povertà la donna fuor de' termini dell'onore.